martedì 21 luglio 2020

Covid19, come sta realmente evolvendo la situazione?

Il crollo dei casi di coronavirus ha messo in difficoltà i professionisti dell'allarme continuo e della catastrofe dietro l'angolo, che avevano previsto fin dalle prime timide riaperture postlockdown una "ondata peggiore della prima". Naturalmente non vi è stata.
Dico naturalmente perché i virus, dopo un poco di tempo perdono efficacia, i qulalche modo si adattano all'ospite, e diventano meno virulenti. Sull'altro lato le persone finiscono per essere naturalmente vaccinate, attraverso quella che viene definita "immunità di gregge" per cui, seppure possano esserci dei focolai e dei contagiati che spargono il virus, questi sono meno efficaci nella loro opera. Infine perché gli errori che si sono fatti nella prima fase (e a cui si devono l'ottanta per cento circa dei contagi e delle morti) difficilmente verrebbero ripetuti. Infine perché ormai alcune cure efficaci sono state sperimentate.
Questo viene ben esemplificato da 2 paesi, che pure sono stati discussi in questi mesi. Svezia e Spagna
La prima è nota per essere stata accusata di aver fatto un lockdown troppo morbido e di essere stata quindi travolta dal virus.
Ma ciò non corrisponde al vero: vediamo l'andamento della mortalità (l'unica cosa che conta realmente)
Come si può notare il calo della mortalità è stato costante a partire da metà aprile, fino a raggiungere una situazione in cui possiamo dire che non vi è pericolo di massa di tipo  pandemico. La gestione dell'emergenza si è quindi rivelata efficace ed intelligente, o almeno non peggiore di Spagna ed Italia.
Ora passiamo alla Spagna, al centro dell'attenzione perchè vi sono stati grossi focolai in Catalogna ed altre regioni, riportano il numero di contagiati giornalieri attorno ai 1500 al giorno (va ricordato che però, a differenza di Italia e Germania, la cifra non è mai stata sotto le 500 unità
Ecco l'andamento della mortalità
Anche qui si può notare come la mortalità sia non significativa da metà giugno, ed i recenti aumenti non hanno portato ad alcuna "nuova onda". Ovviamente va testato cosa succederà nelle prossime settimane, ma penso che non vi sarà nulla di catastrofico.


Si parla allora dell'espandersi della malattia a livello mondiale, tirando fuori i casi più estremi. tuttavia guardando alla evoluzione a livello mondiale, si notano cose interessanti che vengono naturalmente taciute
ed ecco i grafici che le mostrano
Come si può notare i casi sono in aumento, avendo toccato quota 250.000 il 16 luglio. Tuttavia solo pochi giorni dopo, il 20 di luglio, dopo alcuni giorni di calo, si è tornati a quota 200.000. Ovviamente ci saranno giorni di aumento seguiti da giorni di calo. Si chiamano variazioni statistiche.
Quindi l'aumento è molto più moderato di quanto i giornali (che ovviamente hanno preso il dato più alto come fosse uno step quasi definitivo  verso cifre maggiori, estrapolando il dato dal contesto statistico che vede un aumento molto più moderato di quanto non si faccia credere )
MA anche qui manca il dato più importante, ovvero la mortalità. C'è da preoccuparsi non se ci sono più casi, ma se ci sono anche più morti.
E qui c'è la sorpresa, o meglio il dato che non si vuole rendere pubblico (anche se poi pubblico rimane)
Come si può notare la mortalità è dimezzata da aprile (quasi 8000 casi al giorno) fino al dato del 20 luglio con circa 4000 morti). Attenzione si è dimezzata a fronte di un numero di casi che è triplicato!
Questo cuol dire una sola cosa: il virus c'è ancora, uccide ancora, ma lo fa in misura molto inferiore a prima, circa 6 volte di meno. In effetti la mortalità sui casi attivi e non attivi è ormai di poco superiore al 4%: 615.000 morti su 14.926.000 casi fa esattamente la percentuale di 4,12%.
E' abbastanza evidente che questa percentuale è destinata a scendere ancora, fino a raggiungere una cifra tra l'1 ed il 2 per cento (cifra stimata inizialmente) o forse anche meno.
Se vediamo gli USA (su cui bisognerebbe tornare) anche qui notiamo un aumento dei contagi , ma un vero crollo della mortalità.
I casi sono più che triplicati, ma la mortalità è rimasta più o meno la stessa di inizio giugno, sfiorando nei giorni peggiori le mille unità ma stando attorno ai 500-600 morti giornalieri.
Questi dati ovviamente sono solo alcuni dei dati disponibili, ed ovviamente ci sono situazioni particolari che possono anche far propendere per diverse interpretazioni.
Tuttavia mi pare che i paesi dove ci sono stati già un certo numero di casi sembrano più al riparo da possibili seconde ondate, rispetto a paesi che invece sono ancora "vergini" oppure sono stati risparmiati dalla prima onda (come Serbia e Croazia ad esempio).
Per questo penso che verso ottobre non ci sarà una seconda ondata "peggiore della prima" ma anzi il COvid 19 dovrebbe  vivere il proprio autunno prima di scomparire del tutto

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